Il giorno dopo, a scuola, Costantino non riusciva a togliersi dalla testa i messaggi di Yuri. Sentiva che sarebbe impazzito se non avesse scoperto chi diavolo era quel ragazzo e che cosa voleva da lui. Più di tutto lo irritava il suo essere comparso dal nulla, pieno di messaggi ostici privi di contesto e di significato, per quanto lo riguardava, e il suo non rispondere alle domande che lui gli rivolgeva. E poi, c’era ancora la questione di quel dannato libro. Che cosa significasse e perché al nonno e alla madre interessasse tanto, non lo capiva, ma iniziava a intuire che doveva essere davvero molto importante e non riusciva a non pensarci. Non aveva ugualmente voglia di leggerlo, ma gli sarebbe piaciuto saperne di più sull’autore, tanto per cominciare. E poi voleva capire perché fosse diventato tanto importante da diventare parte dell’eredità di famiglia. Stando a quello che gli aveva raccontato il nonno, c’era gente che era morta per nascondere il libro. Per lui era solo una follia, eppure quella storia esercitava su di lui un’attrattiva straordinaria.
«Stai ancora pensando a Lucia?» gli chiese Davide a bassa voce dopo aver controllato che il professore non stesse guardando nella loro direzione.
«No.» replicò Costantino. «È una questione che riguarda un libro che mi ha regalato mio nonno.»
«Un libro?» Davide inarcò le sopracciglia. «A te che non leggi mai?»
«Ma sì, infatti, è quello che ho detto anch’io. Poi dovresti vederlo. È vecchissimo ed è pieno di polvere e puzza da far paura.»
«Proprio adatto a te.»
«Sicuramente.»
«Be’, e dunque? Non hai mai letto un libro in tutta la tua vita. Cos’ha di diverso questo?»
«Ma che ne so?» replicò Costantino scrollando le spalle. «Ho letto la prima pagina ed è davvero oscena, non dice niente, è solo un elenco… Però mio nonno ci tiene talmente tanto che non mi spiego il motivo e allora…»
«Senti,» lo interruppe Davide, «mia nonna tiene tantissimo a un fiore appassito che ha schiacciato in mezzo a un libro perché gliel’ha regalato il suo primo fidanzato, quando aveva quattordici anni. Per lei è importante, ma per noi no. Potrebbe essere la stessa cosa.»
«Sì, ma ascolta, mi ha detto che c’è stato chi è morto per nascondere il libro! È tutta la famiglia, non è solo lui. E io non me lo spiego.»
«Morto? Addirittura?»
«Sì.» confermò Costantino. Decise di raccontargli la stessa storia che il nonno aveva narrato a lui, quando gli aveva telefonato, quella mattina presto. «Quando viveva ancora in Jugoslavia e sono arrivati i tedeschi, e bruciavano le case. Mi ha detto che, boh, non ho capito bene, stavano cercando gente per una fucilazione, non mi ricordo, mi pare che il giorno prima avessero ucciso un ufficiale tedesco e… Be’, non è importante. Fatto sta che un suo cugino, che avrebbe dovuto scappare, si è ricordato che avevano lasciato il libro nella casa che avevano abbandonato, ed è tornato indietro per riprenderlo ed evitare che lo bruciassero. E sapeva che loro erano lì, e che li stavano cercando, ma è andato lo stesso, ha nascosto il libro e i tedeschi, che l’hanno preso mentre tornava indietro, l’hanno fucilato.»
«Ma sì,» replicò Davide, «ma questa è stata una coincidenza.»
«Ma come una coincidenza?» sbottò Costantino cercando di mantenere basso il tono della voce. «Se qualcuno ti cercasse per farti fuori ti preoccuperesti di un libro?»
«Non mi preoccuperei nemmeno di mia sorella, credimi.» replicò Davide scrollando le spalle. «Quella strega. Senti, se quel libro è così importante allora leggilo.»
«Per carità! No, no. Piuttosto, c’è un’altra cosa più importante.»
«E cos’è? Se sono di nuovo le tue minchiate su Lucia e i suoi amici io ti giuro…»
«No, no, non è questo.»
«E allora cosa?»
«Mi è successa una cosa strana con Facebook.» rivelò Costantino. Si sentiva un idiota a dirlo, ma Davide era il suo migliore amico e forse avrebbe avuto una buona idea per aiutarlo. «Insomma, ieri un tizio che non conosco mi ha chiesto l’amicizia.»
«Se è questa la cosa strana, guarda che è successo anche a me. È normale.»
«Lasciami finire. Dicevo, ha chiesto l’amicizia e io ho accettato. Adesso mi manda messaggi strani e se gli faccio domande non risponde.»
«Messaggi strani di che tipo?»
«Boh, cose senza senso. Il primo che mi ha scritto diceva che non devo fidarmi e che mi ingannerà. L’altro che faccio ancora in tempo.»
«Ma non ti ha detto per cosa?»
«No. È proprio questo il punto.» Costantino scrollò la testa. Era infuriato, altroché. Ripensare a quello stupido gli faceva ribollire la rabbia nello stomaco.
«Ma magari ti sta solo facendo uno scherzo.»
«Sì, l’ho pensato anch’io. Però boh, è strano.»
«Aspetta e vedi che cosa fa.» consigliò Davide. «Se è davvero uno scherzo si stancherà.»
«Me lo auguro.» replicò Costantino poggiandosi allo schienale della sedia e lanciando un’occhiata annoiata alla lavagna. «Chiunque sia questo tizio, ti giuro che già non lo sopporto più.»
La conversazione con Davide non gli aveva chiarito le idee.
Tornato a casa, senza nemmeno mangiare, si collegò a internet per controllare il profilo di Facebook. Ma non c’era nulla di nuovo. Lucia gli aveva scritto un messaggio in cui diceva che le sarebbe andato bene se si fossero incontrati per le otto e mezza direttamente al ristorante, dato che prima aveva da fare; Gisella aveva di nuovo il fidanzato e questa volta era uno che Costantino aveva conosciuto a una festa, e che non gli sembrava niente di che, e la gamba di Jacopo era peggiorata, a quanto pareva, ma di Yuri Gogovo nessuna traccia.
Sospirò e, all’improvviso, si sentì come attraversato da una scarica elettrica. Non avrebbe saputo dire che cosa avesse per la testa, ma doveva continuare a leggere quel libro.